IL MONDO DIETRO A UNA BUSTINA DI THÈ

E tu ti sei mai chiesto da dove deriva il thè che compri al supermercato?

E se ti dicessi che deriva da piante parenti delle camelie tutte intorno te ci crederesti?

Sfortunatamente però il viaggio che fanno le bustine di thè commerciali è veramente lungo, forse fin troppo... Partiamo insieme!

Nel 2021 sono andato in Kenya per condurre la mia tesi di laurea magistrale studiando l'impatto dell'uomo sulle paludi degli altipiani a nord di Nairobi usando le specie di anfibi come bioindicatori della salute ambientale.
Queste paludi erano totalmente circondate da un oceano verde, infinito. Piantagioni di thè a perdita d'occhio, un ambiente totalmente nuovo per me, che mi ha suscitato emozioni veramente particolari. Queste aree sono interamente manipolate dall’uomo dai tempi del colonialismo inglese. Infatti, intricate foreste pluviali con un’incredibile biodiversità regnavano un tempo su questi altopiani, dove ora si vedono solo piantagioni divise da siepi di alberi non nativi, insomma una problematica di deforestazione non banale.

Ho scoperto questa realtà sul campo mentre lavoravo alla mia ricerca, venendo a contatto direttamente con le comunità dei raccoglitori di thè che vivevano in piccoli villaggi sparsi in queste sinuose onde verdi tra i 2000 e i 2300m di altitudine.
Subito questa nuova situazione mi ha affascinato e incuriosito, volevo e dovevo capire (come mio solito).
Il consumo dei beni e delle risorse è uno dei problemi principali della società odierna, e di solito chi ci rimette, oltre che al pianeta, sono le persone che lavorano alla base della catena, solitamente rinchiusi in un circolo infinito, come in questo caso in un mare verde.

Queste sono persone comuni, proprio come noi, solo che sono nate in Kenya in mezzo a una piantagione di thè, e quindi sono state “destinate” ad un certo tipo di vita. È incredibile pensare quanto incida il luogo di nascita sulla vita delle persone, ed è totalmente casuale.

I bisogni e la concezione di vita cambiano estremamente da un paese all’altro.

I raccoglitori di thè con cui ho vissuto avevano il cibo, non morivano di fame, ma avevano una dieta molto limitata, non salutare e non abbondante, riso, una specie di polenta (ugali), verdure e ogni tanto carne. L’acqua doveva essere bollita altrimenti il rischio di malattie era alto. La povertà regna sovrana, l’igiene è ridotto al minimo e anche lo spazio di vita dentro le loro baracche di muratura. I vestiti sono tutti usati, logorati e di taglie casuali, soprattutto per i bambini. Uno dei problemi principali è legato proprio a quest’ultimi e alla loro educazione. La maggior parte dei bambini non va a scuola, semplicemente i genitori non possono permettersi di pagare neanche la minima tassa per istruirli. Quindi i giovani sono praticamente già predisposti a rientrare in questo circolo vizioso della raccolta del thè per sopravvivere, per avere un minimo tetto sopra la testa, due vestiti strappati e il cibo sufficiente per la giornata. Lavorano così tanto per così poco che non possono permettersi neanche di pensare o provare altro, sono semplicemente in una prigione senza sbarre.

Ho avuto la possibilità di vivere in 2 villaggi, e da quello che mi hanno detto erano anche messi abbastanza bene rispetto ad altre piantagioni, tutto infatti dipende dal proprietario della piantagione (feudatari in pratica, che possono essere sia Kenyoti che internazionali) e dalla loro bontà d’animo.

I raccoglitori di the solitamente dovrebbero avere più di 18 anni, possono essere uomini e donne e il limite di età superiore non credo esista. Si lavora tutti i giorni tranne la domenica e il sabato pomeriggio, dalle 8-10 ore al giorno, di solito dalle 6 fino alle 16-17 con una piccola pausa pranzo.
Il giorno inizia in una delle tante baracche in muratura prima dell'alba con una tazza di CHAI (thè e latte), senza questa bevanda in questo paese non si fa nulla, è la base in ogni momento (che tra l’altro loro ricomprano il thè dai negozi e non usano quello che raccolgono perché va lavorato, e lo pagano una cifra spropositata). Prima che il sole sorga ci si avvia verso la piantagione, alcuni arrivano a piedi e altri devono prendere i matatu (piccoli furgoncini scassati che funzionano come i nostri autobus).

Si comincia subito a raccogliere le foglie giovani immergendosi fino al busto in queste piantagioni talmente intricate che ti infilzano le gambe ad ogni passo con i rami nascosti sotto le foglie (ci ho provato personalmente ed è veramente doloroso), ed infatti tutti indossano protezioni arrangiate di plastica e di quello che riescono a trovare.

La manualità e velocità con cui raccolgono le foglie è incredibile, ho avuto difficoltà a fotografarli da quanto andavano veloci. I canestri sulle spalle si riempiono in fretta e kg e kg di thè vengono raccolti. Quando la cesta è piena ogni raccoglitore accumula il proprio raccolto in un punto che poi verrà selezionato, messo in dei sacchi e pesato. La paga va a chili quindi più raccogli più guadagni e lo “stipendio” è sporzionato a fine mese, un problema per chi non ha soldi per mangiare il giorno stesso. Considerate che la paga varia tra 5 e 9 KSH (Kenyan Shillings) per chilo di foglie raccolte, e 1 euro corrisponde a circa 138 scellini kenioti, insomma anche senza fare i conti una miseria. La paga che alcuni riuscivano a raggiungere in una giornata di lavoro era circa 500 KSH, ovvero 3,70 euro, IN UNA GIORNATA DI LAVORO.

Riflettiamoci un attimo…

Una cosa che mi ha stupito è che quando pioveva tutti erano più contenti di andare a lavorare, ma per me non aveva senso, poi ho capito. Quando piove il raccolto è bagnato e più pesante e quindi il guadagno era maggiore, surreale.

Finita la giornata lavorativa i responsabili portano i sacchi di thè alla fabbrica e poi tornano a casa. Si cena si va a letto e il giorno dopo si ricomincia, così probabilmente per sempre.

Mi rendo conto che a tratti questo racconto può essere pesante, ma voglio sensibilizzare ad un pensiero e un consumo critico. Se tutti comprassimo prodotti derivanti da progetti certificati a sostegno delle comunità locali e dell’ambiente la situazione probabilmente migliorerebbe.

“Ma costano troppo e non ce lo possiamo permettere considerando la crisi” tanti penseranno. Ne sono pienamente cosciente, anche noi siamo nel solito circolo vizioso ma semplicemente ad un altro livello della catena. Almeno essere a conoscenza di quello che succede intorno noi, e di quello che c’è dietro ad un semplice bene che ormai noi diamo totalmente per scontato (come tantissimi altri), secondo me, dovrebbe essere fondamentale.

Concludo con po’ di leggerezza e con qualche nozione sul thè!

Lo sapevi che il thè nero, il thè verde e tutte le altre tipologie di thè derivano sempre dalla stessa specie di pianta? Camellia sinensis, proprio così una specie di camelia come quelle di questo camelieto. E ti chiederai come è possibile, te lo spiego.

In tutte le piantagioni la specie della pianta del thè è la solita e le piante non vengono piantate ma clonate (ad esempio talee), questi cloni vengono selezionati per formare delle “razze” che hanno caratteristiche un po’ diverse tra loro (più o meno amare, più o meno fibrose, ecc.). “Allora è così che fanno le diverse tipologie di thè!” No, neanche così. Le tecniche per ottenere le diverse tipologie di thè che siamo soliti acquistare derivano semplicemente dal tipo di lavorazione che viene eseguita sulle foglie dopo la raccolta. Ad esempio, processi ossidativi, processi con diverso grado di umidità e temperature danno risultati diversi ottenendo tutte le tipologie di thè che tanto amiamo.

Io quando l’ho scoperto sono rimasto stupito, e tu?

Mi sarebbe piaciuto spiegare di più nel dettaglio questo incredibile mondo ma dovrei scrivere un libro praticamente. Se vi ho stimolato la curiosità e volete avere altre informazioni, non esitate a contattarmi, sarò più che felice di condividere con voi questa esperienza e di creare uno scambio di pareri! Spero a presto allora!

Intanto vi auguro di poter viaggiare con una mentalità critica, come esploratori e non come turisti, per capire nuove concezioni di vita e ampliare la nostra.

Buone esplorazioni!

Andrea Massagli - @undernature - andrea.massagli@hotmail.com

www.andreamassagli.com (sito in fase di sviluppo, abbiate pazienza)

Questo progetto è in collaborazione con RCE FOTO, il più grande rivenditore di materiale fotografico usato in Italia che lavora per proteggere l’ambiente e per aiutare progetti come il mio di protezione ambientale! Andate a dare un’occhiata alle loro iniziative e fate un pensierino di comprare da loro per ridurre l’inquinamento, “second hand save the world!”

Una tazza di Chai nell'oscurità
Una tazza di Chai nell'oscurità;

La sveglia suona prima del sorgere del sole. Nelle loro baracche i raccoglitori preparano un thermos di Chai (latte e thè), fondamentale per iniziare la giornata. La tazza deve essere rigorosamente piena al colmo. Una delle cose più assurde è che il thè che usano non è quello che raccolgono, infatti loro lo ricomprano dai negozi dopo essere stato lavorato, pagandolo una cifra spropositata rispetto alla cifra a cui lo hanno venduto (un circolo vizioso estremo che inizia subito appena svegli).

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Una luce effimera
Una luce effimera; bambino casa cellulare child darkness donna home hut kenya luce oscurità smartphone woman

Nel mentre che si preparano per la raccolta, la mamma guarda il suo telefono di seconda o terza mano che funziona a malapena. Per suo figlio è un gioco, mi guarda e poi guarda il telefono, difficile dire da cosa è più incuriosito. I loro visi vengono illuminati da questa scarsa unica fonte di luce e si intravede lo spazio minimale dove vivono, con tutti i loro averi accatastati uno sull’altro. Dietro di loro c’è la figlia maggiore, giovanissima (circa 20 anni), suo padre mi dice che è rimasta incinta praticamente a caso, con un suo amico che poi è sparito. Un’altra giovanissima mamma single che dovrà crescere un bimbo da sola.

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Raccoglitori di thè nella nebbia mattutina
Raccoglitori di thè nella nebbia mattutina; kenya myst nebbia piantagioni pickers plantations raccoglitori reportage tea thè

La nebbia mattutina accompagna i raccoglitori di thè nelle piantagioni. Stamani sono un po’ più felici perché durante la notte ha piovuto e quindi il raccolto sarà bagnato e più pesante e guadagneranno di più. Le piantagioni sono infinite e ogni giorno una certa area deve essere raccolta, quindi si comincia a lavorare prima di vedere il sole. La nebbia nasconde ancora di più questo mondo sconosciuto.

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Piccoli raccoglitori di thè in Kenya
Piccoli raccoglitori di thè in Kenya; green kenya piantagioni pickers plantation raccoglitori tea thè verde

Semplicemente un oceano verde di thè, dove piccole formichine operose lavorano per raccogliere le “preziose” foglie di thè. Vedere l’estensione di queste piantagioni e le piccole persone che ci lavorano fa impressione, ti rendi conto dell’infinità di questo lavoro e del ciclo continuo che non si interrompe mai. In alcune piantagioni i capi controllano che i raccoglitori tengano un certo ritmo, in questi i casi il lavoro diventa ancora più stressante e non ci si può fermare mai.

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Nuotando nel thè
Nuotando nel thè;
Nuotando nel thè a mani piene
Nuotando nel thè a mani piene; foglia foglie green leaf leaves piantagione plantation tea thè verde

Una donna nuota nell’oceano di thè facendosi strada tra i rami acuminati sotto le foglie. L’unica maniera per muoversi senza farsi male è trovare lo spazio tra una pianta e l’altra e passarci nel mezzo. Le piantagioni sono composte da tantissimi bonsai di thè uno accanto all’altro che non lasciano nessuno spazio di passaggio, te lo devi creare in pratica. La raccolta funziona a doppia mano, velocissima e senza mai sbagliare un colpo, appena la mano è piena, con un movimento dietro la spalla, le foglie vengono lanciate nel cesto. I kg sulle spalle aumentano, ma si continua a raccogliere le foglie finché la cesta non è piena, per ottimizzare il tempo.

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Due foglie ed un germoglio
Due foglie ed un germoglio; foglia foglie green leaf leaves tea thè verde

Due foglie ed un germoglio sono la miglior selezione di thè che si possa raccogliere. Le foglie fresche sono più pregiate.

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Sommerso dal thè
Sommerso dal thè;

In alcuni punti il thè era ancora più alto perchè non era stato ancora potato del tutto. Il punto di vista del thè.

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Il cesto strabordante di foglie
Il cesto strabordante di foglie;

I cesti fatti a mano sono fondamentali. La velocità con cui riescono a riemirli è incredibile, e il peso che si portano dietro in questo dedalo di rami lo è ancora di più.

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Selezionando il thè
Selezionando il thè;

Prima della pesatura e della vendita le foglie vanno selezionate per togliere le impurità

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I bambini raccolgono bacche nel villaggio
I bambini raccolgono bacche nel villaggio;

I bambini raccolgono bacche nel villaggio, dei smeplici frutti diventano delle gustose caramelle ai loro occhi

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giocando coi sogni
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il piccolo buddha kenyota
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il vortice del thè
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